L’omosessualità di per sé stessa non può costituire un motivo di addebito della separazione.
Deve ritenersi che, quand’anche rispondesse a verità che il coniuge si sia scoperto omosessuale in costanza di matrimonio, detta circostanza da sola non sarebbe da sé sufficiente a integrare l’addebito della separazione dovendosi ritenere anzi ben comprensibile che chi si trovi a vivere un simile travaglio esistenziale senta come «intollerabile» il protrarsi della convivenza matrimoniale.